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Venezia, 4 gennaio 2020 - Come Fp Cgil e Uil Fpl riteniamo doveroso ringraziare tutti coloro che in questi giorni si sono spesi a difesa dell’attività della Fondazione Musei e hanno sottolineato come la scelta di chiudere tutto, respinta dall’assemblea dei lavoratori ponendo sotto gli occhi di tutti la gravità della situazione, sia profondamente sbagliata.

L’attività della Fondazione Musei non è solo quella di “aprire i portoni” per far accedere le persone, ma quella di costruire un’offerta culturale e scientifica all’altezza della nostra città che non può essere congelata come nulla fosse senza pensare che questo produrrà enormi danni alla capacità di ripresa e rilancio.

Se il Comune di Venezia non è in grado di garantire tutto questo è meglio consegnare nelle mani dello Stato la gestione della Fondazione Musei Veneziani, visti i risultati delle Gallerie dell’Accademia che dimostrano modelli di gestione ben diversi da quelli di questa Giunta e che, a differenza di quanto dichiara mentendo qualche assessore, hanno riaperto ben prima dei Musei Comunali.
Noi siamo sempre stati sostenitori di una gestione territoriale della nostra offerta culturale, ma se vengono scelte persone che poco hanno a che fare con il mondo della cultura e dell’arte, consigliamo una lettura dei componenti del Cda per vedere l’impronta esclusivamente gestionale, per gestire un patrimonio così significativo ci pare inevitabile che si riapra anche questo dibattito.

A livello globale la pandemia ha costretto tutti i soggetti istituzionali delle grandi città della cultura ad aprire un dibattito che parla di sostenibilità, turismo consapevole, gestione dei flussi, equilibrio tra cultura e economia, identità locali, tutela ambientale e capacità di innovazione e progettualità che coinvolga in modo determinante il territorio e i suoi cittadini. A Venezia, anche in queste ore, assistiamo invece ad una discussione che non mette in alcun modo al centro il ruolo determinante di una ripresa sociale ed economica che passi anche dalla cultura ma che ripropone solo il tema dell’industria turistica come unico motore economico.

I musei civici sono custodi di inestimabili beni storico-artistici e naturalistici, della memoria e dell’identità civica della nostra città, di una ricchezza che appartiene all’umanità intera.
La finalità primaria della Fondazione comprende tutela, conservazione e promozione, educazione e studio, pubblica fruizione e, infine, apertura al pubblico.

Come è possibile che si pensi di chiudere tutto per tre mesi determinando l’assenza di monitoraggio delle opere e degli oggetti conservati?
Sappiamo bene che il controllo si basa non solo sul mantenimento di parametri ambientali adeguati.
In questo periodo in cui ci sarebbe un’apertura solo parziale bisognerebbe effettuare tutte quelle operazioni di riordino, catalogazione, spolveratura o manutenzione, di cui le opere necessitano, concentrandosi sullo studio e la valorizzazione delle collezioni permanenti.

Ci interroghiamo su quanto e come, il non dare ossigeno allo sviluppo di programmi e iniziative che possano rendere competitiva l’offerta culturale della città di Venezia, si ripercuoterà sul tessuto economico e sociale dell’intera città.

Come è possibile sospendere tutta l’attività scientifica dei nostri musei?
Un lavoro che ha importanti connessioni con il nostro territorio sia in termini sociali, che ambientali che anche educativi ad esempio nel rapporto con le scuole.
Le stesse considerazioni sul piano economico reggono molto poco. Reggono poco perché le risorse a patrimonio della Fondazione ci sono, grazie anche agli importanti contributi statali, e agli straordinari introiti degli anni passati. Una Giunta che ha a cuore la cultura si batterebbe per avere dei ristori non solo per l’Actv, dove abbiamo assistito a molteplici interventi del Sindaco, ma anche per la propria offerta culturale dove invece non abbiamo mai sentito nemmeno un bisbiglio.

Come sindacati consideriamo assolutamente vergognoso che non si pensi di utilizzare parte di quelle risorse per mantenere attiva la Fondazione perché quelle risorse sono frutto anche dello straordinario contributo dei lavoratori che non hanno mai ricevuto un euro di più per gli incassi milionari degli anni passati.

Sorge il dubbio che quelle risorse servano a gestire altri progetti ma crediamo che la città dovrebbe essere informata su questo. Quali sono le ulteriori attività che si intendono fare? La gestione dell’Abate Zanetti? Il recupero del Candiani? Eventi per i 1600 anni di Venezia?
Deve essere chiarito dove finiranno i milioni di euro nelle casse della Fondazione che non sono un patrimonio personale di qualcuno ma della città.

Questi sono solo alcuni degli interrogativi che riteniamo utile porre all’attenzione di tutti e come organizzazioni sindacali metteremo in campo nei prossimi giorni un percorso di mobilitazione, contro queste decisioni scellerate e costringere questa Giunta a riaprire l’attività della Fondazione - concludono.