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Da 5.461 a 4.974 (-487) negli ultimi 5 anni – 248 in meno negli ultimi 3 anni. Il 58% ha un’età compresa tra i 50 e i 64 anni – in pericolo la tenuta dei servizi ai cittadini.

Come Funzione Pubblica di Venezia abbiamo analizzato i dati della Ragioneria Territoriale dello Stato relativi ai comuni e alle unioni dei comuni del territorio veneziano rispetto al periodo 2015-2019 sul numero e sull’età dei lavoratori.
È utile ribadire che i dati a disposizione del Conto Annuale della Ragioneria generale dello Stato arrivano al 2019 e che, dalle nostre proiezioni, il 2020 vedrà un ulteriore calo occupazionale.


LAVORATORI: QUANTI SONO?

Il numero di dipendenti degli enti comunali risulta in costante diminuzione passando dai 5.461 del 2015 ai 4.974 del 2019 determinando un calo di ben 487 unità, dei quali 248 negli ultimi due anni. Questo calo, causato sia dal blocco del turnover che da alcune scelte delle Amministrazioni, sta compromettendo il funzionamento dei servizi stessi.

01 addetti


SEMPRE PIÙ ANZIANI

Sul versante anagrafico dei dipendenti delle funzioni locali emerge un dato drammatico ed estremamente preoccupante.
È drammatica la fotografia per fascia d’età dei nostri enti locali. Il 44,31% sta nella fascia di età tra i 50/60 anni, il 12,77% tra i 60 e i 64 anni e l’1,27% sopra i 64 anni.

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Sommando questi dati si evince come il personale sopra i 50 anni rappresenti il 58,35% del personale in servizio. Con questi numeri servono piani straordinari da centinaia di assunzioni o sarà impossibile coprire le uscite di personale nei prossimi anni dato che se prendiamo il dato di chi ha più di 55 anni possiamo considerare che circa 1.881 lavoratori andranno quasi sicuramente in pensione.

03 55 anni


È del tutto evidente che nelle realtà più colpite dal calo verranno ancor più pesantemente colpiti i servizi ai cittadini determinando la chiusura di molte prestazioni o la loro esternalizzazione al privato.
Questi numeri pongono inevitabilmente il tema delle fusioni e del riordino Istituzionale, non tanto come esigenza politica ma come necessità di sopravvivenza dei servizi ai cittadini.

Non è pensabile che i Comuni siano costretti da leggi assurde a privatizzare i propri servizi per poterli continuare a garantire ai cittadini dei loro territori con il rischio che i costi ricadono poi sugli abitanti.

Anche il Comune di Venezia presenta una situazione allarmante con un calo di 300 addetti negli ultimi 5 anni pari al 10,3%. Questo calo è aggravato dal fatto che il Comune ha concentrato le proprie assunzioni nella Polizia Locale determinando un calo più significativo in tutti gli altri servizi. Per un Comune come quello di Venezia che ha garantito importanti servizi pubblici un’emorragia di questo tipo sta determinando la riduzione importante di prestazioni sociali, educative e culturali che non saranno più garantite.
Il dato dei futuri pensionamenti fa anche evidentemente emergere come vi sia una popolazione lavorativa nel settore delle funzioni locali gradualmente sempre più vecchia e che evidenzia, come descritto sopra le grandi difficoltà nel fare nuove assunzioni.

Valutando l’età media del personale nel quadriennio 2015-2019 si evince come il passaggio dai 49,72 anni medi ai 51,14 anni medi stia a significare uno sostanziale stallo e quindi il costante invecchiamento dei lavoratori.

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CONCLUSIONI

Le forze politiche dovrebbero prendere atto di questi dati e fare scelte chiare per rinnovare e rilanciare le pubbliche amministrazioni che oggi, invece, sono consegnate ad un graduale declino le cui conseguenze saranno i cittadini a pagarle.
Come Fp Cgil chiediamo ai Sindaci della Città metropolitana di fare fronte comune affinché nel si apra un vero confronto a livello territoriale per ricostruire una rete di servizi utili a garantire una qualità uniforme su tutto il territorio.

In questo momento la situazione dei nostri enti locali sta determinando una situazione di differenziazione e di discriminazione tra chi vive in realtà che saranno in grado di continuare ad erogare servizi e quelle amministrazioni che invece non lo saranno più.
Serve un salto di qualità che affronti il tema in maniera più drastica ragionando per aree omogenee all’interno dell’Area Metropolitana e sappia parlare di fusioni e aggregazioni mettendo al centro i servizi e non il timbro sulle carte di identità.
È necessario che le forze politiche sostengano proposte chiare in Parlamento affinchè vengano introdotti gli adeguati investimenti sul sistema degli enti locali per evitare pesantissime ricadute sulla popolazione.

Elaborazione dati su Conto Annuale a cura della Fp Cgil Venezia

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