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Non basta esprimere solo solidarietà: servono interventi concreti

Venezia – 6 giugno 2021. “Non è più sufficiente esprimere la sola solidarietà ai lavoratori vittime di aggressioni nell’esercizio delle loro funzioni, servono interventi concreti e misure adeguate nei confronti di chi li compie e di chi ne è complice” affermano Ivan Bernini segretario regionale della Fp Cgil e Giovanni Campolieti segretario regionale Fp Cgil Medici e Dirigenza Sanitaria Veneto.

Siamo vicini al collega dell’Inps che è stato oggetto di una brutale aggressione solo perché svolgeva il suo dovere. Un’aggressione “del branco” vile e violenta con l’aggravante di matrice razzista.

Un episodio che lascia sgomenti – afferma Campolieti – che richiede una risposta forte da parte della magistratura nei confronti di chi si è reso responsabile dell’aggressione e di quanti si sono resi complici. Non solo applicando il massimo della sanzione prevista dalla legge 113 del 2020 che si è resa necessaria per le reiterate e frequenti aggressioni nei confronti di personale sanitario, ma applicando concretamente la “legge Mancino” del 1993 che sanziona e condanna frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all'odio, l'incitamento alla violenza, la discriminazione e la violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali”.

Di fronte all’episodio di Chioggia, alle aggressioni di questi giorni ai lavoratori nel settore dei trasporti a Venezia, a Treviso, non basta dirsi preoccupati. Sono segnali che denotano come stia crescendo un clima di intolleranza ed odio che si accompagna a un senso di impunità diffuso e che troppo spesso è alimentato, attraverso comportamenti ed affermazioni, proprio da quei soggetti della politica e delle istituzioni che in nome del consenso strizzano l’occhiolino a movimenti e persone che diversamente dovrebbero essere isolate e sanzionate.

A guardare troppo oltreoceano non ci si accorge che quanto accaduto negli Stati Uniti il 6 gennaio scorso con l’assalto al Campidoglio non è solo un problema di quella democrazia. Forse è il caso che in questo Paese e in questa Regione si cominci seriamente a riflettere sul fatto che non si possono più sottovalutare alcuni segnali, tollerandoli pure e considerandoli alla stregua di “goliardate”. Forse è il caso che la maggioranza silenziosa che ancora crede nei principi della democrazia e della tolleranza, non si limiti alla sola espressione di solidarietà ogni qualvolta accadono episodi di questa natura ma prenda in mano le redini.

Pensiamo - conclude Bernini - che a fronte di quanto sta accadendo sia necessario che forze sindacali, politiche, istituzioni e associazioni diano segnali forti. Non solo attraverso messaggi chiari di condanna senza distinguo ma concretamente riprendendoci anche uno spazio pubblico, visibile e chiaro manifestando assieme a quanti ancora credono che la situazione sia arrivata a un limite che nessuno può permettersi di superare.

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