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Linee guida regionali inapplicabili

Disposizioni inapplicabili, scaricano responsabilità sulle strutture

Venezia, 29 maggio 2020 - La Commissione d’inchiesta sulle case di riposo votata all’unanimità dal Consiglio Regionale ha un senso se serve ad individuare quanto non ha funzionato in quelle strutture per non ripetere gli errori compiuti.
Una commissione utile, un segnale positivo, che potrebbe essere propedeutico anche alla costruzione di una serie riflessione sulla riforma di settore che il Consiglio ha messo nel cassetto in questi anni pur presentando un progetto di legge nel 2015 mai portato a termine. Nonostante ne avesse proclamato l’urgenza e l’impegno di una compiuta definizione. Non aver definito una riforma di questo settore è una responsabilità grave indipendentemente dal Covid-19.

Potremmo definire la commissione un primo passo avanti – Ivan Bernini, Segretario generale Fp Cgil Veneto - peccato che poi, se leggiamo le disposizioni che la Regione ha inviato alle Ulss sulle linee guida per l’accoglimento dei nuovi ospiti, di familiari e visitatori in queste strutture, ci accorgiamo che ne facciamo tanti indietro.
Disposizioni che sostanzialmente dicono tutto e il suo contrario e che, ci permettiamo di osservare, scaricano sulle singole strutture le responsabilità, esattamente come è successo nella fase dell’emergenza”.

Per Bernini “Prevedere stringenti limitazioni all’ingresso di nuovi ospiti salvo poi indicarne la possibilità di deroga significa dire esattamente a quelle strutture arrangiatevi. Facendo leva su un problema di tenuta economica dei bilanci di quelle strutture che saranno indotte al “liberi tutti”. Per sopravvivenza contro ogni logica di sicurezza ed ignorando che in queste strutture c’è un serio problema di numeri di personale, insufficienti a garantire quelle condizioni di sicurezza che si propongono le linee guida anche per la migrazione avvenuta con i concorsi effettuati dalle Ulss”.

Avverte Bernini “Rischia di avvenire in queste strutture quello che sta accadendo anche in altri settori; lo scaricabarile delle responsabilità sui gestori e sui lavoratori per poi affermare “noi vi avevamo dato gli strumenti con le linee guida ma è vostra responsabilità se qualcosa non ha funzionato”.

“Lo si dica in modo chiaro - prosegue - è bastata la decrescita dell’andamento della curva covid-19 per tornare esattamente alle condizioni di partenza come nulla fosse successo. L’esperienza vissuta pare non aver insegnato nulla. Anzi, l’impressione è che più di taluni che hanno il merito di aver gestito una fase delicata rassicurando i cittadini ed evitando il panico, contribuendo a far crescere e consolidare la fiducia nelle istituzioni anche grazie a coloro che con altri incarichi professionali hanno messo a disposizione il proprio sapere senza chiedere nulla in cambio, oggi stiano usando quella fiducia e quel consenso acquisito. Legittimo dal punto di vista politico, ma poco utile al dramma vissuto. Più utile al consenso nel breve periodo che ad una strategia che serve si vuole rappresentare le esigenze dei cittadini e le necessità del funzionamento dei servizi”.

Serve un confronto vero, serio, con gestori e lavoratori delle strutture per anziani. Serve capire non solo come affrontare la fase 2, che così declinata appare più la “fase dell’incoscienza e non della ripartenza” affidata più al fato che alla responsabilità” conclude.