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Si programma il declino delle autonomie locali e la riduzione dei servizi al cittadino

Mestre, 12 aprile 2023 - «La preoccupazione espressa da Ministri ed Amministratori regionali e locali sulla possibilità di realizzare gli obiettivi previsti dal PNRR dove “ballano” miliardi di euro non trova coerenza con le previsioni del documento economico finanziario che sostanzialmente conferma nel contenimento della spesa pubblica (limite alle assunzioni) e nella “moderazione salariale” (blocco del rinnovo dei contratti) le sue direttive principali» afferma Ivan Bernini segretario generale della Funzione Pubblica CGIL del Veneto.

«Nonostante i proclami nel corso del 2020 che affermavamo la necessaria inversione di tendenza su occupazione, salari e rafforzamento delle Pubbliche Amministrazioni, ivi inclusi il sistema delle autonomie locali, e il programma europeo nextgeneration-eu che ha stanziato miliardi di euro per rilanciare progetti strategici che dovevano iniziare a colmare le criticità che la stessa pandemia aveva portato in rilievo, siamo al punto di partenza. Come se nulla fosse accaduto. Il Governo sta reiterando quelle scelte politiche che tutti affermavano di voler cambiare» sottolinea Bernini.

Vediamo nel Veneto cosa è accaduto nelle autonomie locali.

Dal 2011 al 2021 (ultimi dati disponibili nel Conto Annuale della Ragioneria generale dello Stato) il personale negli enti locali del Veneto è diminuito di 5.836 unità. È significativo notare che la costante riduzione avviene anche tra il 2020 (anno del pieno dispiegarsi della pandemia) e il 2021.

Dipendenti Veneto

Elemento determinato anche dal fatto che pur modificando alcuni parametri sulle capacità assunzionali da parte degli Enti, i vincoli complessivi sulla spesa nel rapporto entrate correnti/spesa corrente sono sostanzialmente invariati.

Sono i Comuni gli Enti a risentire maggiormente della riduzione (-3.966 unità) e le Province (-1.709 unità). Vale la pena sottolineare che le Province attualmente hanno meno della metà del personale che avevano nel 2014, anno della riforma “Delrio”.

Tra i 29.419 impiegati nelle funzioni locali l’età media è di 51 anni e il 38,94%, pari a 11.456 unità, ha più di 55 anni.

Dal 2011 al 2020 il rapporto tra personale assunto e cessato è sempre negativo; solo nel 2021 il numero di assunti in relazione ai cessati si compensa.

La previsione di un’ulteriore “stretta” nelle assunzioni, che se va bene si limita alla copertura piena dei cessati senza alcun investimento o recupero di tutte le funzioni depauperate nell’arco di 12 anni, determinerà un ulteriore terziarizzazione di funzioni pubbliche, e guardando al PNRR ed alla sua scadenza nel 2026 il rischio concreto che ampia parte di quegli obiettivi non saranno realizzati.

«Già oggi - continua Bernini - stiamo dicendo che laddove si prova ad assumere professionalità “ambite” nell’ambito della realizzazione del PNRR (competenze tecniche, informatiche) gli enti locali sono in difficoltà e che le ragioni sono più d’una. Se il messaggio che lancia nuovamente il Governo è quello di un investimento nelle funzioni locali “a tempo”, a termine, è del tutto evidente che rendi meno attrattivi questi Enti per molte professionalità».

Guardando il dettaglio del dato Veneto per Provincia si ha la conferma di quanto pesante sia la riduzione del personale anche per quei territori che per specificità territoriale dovrebbero essere preservati.

tabella enti locali 2021

Belluno e Rovigo hanno percentuali di riduzione altissime, Venezia è quella che “perde” meno solo per il fatto che “la stretta” nella realtà Regionale (Giunta Regionale e Consiglio) è stata meno pesante che altrove.

Infine, ma non ultimo, la retribuzione media annua lorda del personale non dirigente del comparto funzioni locali era di € 28.554, nel 2021 è di € 29.798. Dal 2010 al 2015 non si sono rinnovati i contratti (quindi contiamo due trienni), si sono rinnovati i trienni 2016/2018 e 2019/2021 che hanno “recuperato” un differenziale medio di € 1.244 e oggi, visto che in legge di bilancio 2022,2023 non si è messo nulla per il rinnovo dei contratti e che nel DEF non ci sono previsioni per il 2024, significa chiaro che questo Governo intende far saltare il rinnovo triennale. Sostanzialmente nei 15 anni di contratti dal 2010 al 2024 salterebbero 9 anni di recupero salariale e con essi anche il valore della futura pensione.

Per il Segretario della Fp Cgil «Si possono trovare tutte le giustificazioni che si vogliono per affermare che gli obiettivi del PNRR saranno difficilmente realizzabili e, come sta accadendo, individuare in “chi c’era prima” le responsabilità: le speculazioni sui prezzi delle materie prime, la guerra, “la burocrazia”, l’eccessiva ambizione dei progetti. Si può continuare a dire, ed ognuno anche in questo lancia la palla della responsabilità ad altri, che “non si trova il personale” o che gli enti locali “mancano delle professionalità necessarie”. Ma resta il punto che se si continuano a reiterare politiche di contenimento della spesa pubblica e quindi limiti alle assunzioni ed alle retribuzioni, arrivando a scrivere come fa il MEF “che bisogna prevenire la spirale prezzi-salari attraverso la moderazione salariale”, si sta scientemente programmando il declino delle funzioni locali, del lavoro che in esse si svolge e la riduzione dei servizi per le comunità locali».

Accanto alle mobilitazioni già programmate assieme a Cisl e Uil è necessario che gli Amministratori regionali e locali si facciano portavoce nei confronti del Governo per invertire la rotta tracciata. Non pensiamo che la tenuta dei salari, dell’occupazione, dei servizi pubblici e del raggiungimento degli obiettivi del PNRR sia un tema che debba riguardare solo il sindacato considerando, peraltro, che un Sindaco privato della possibilità di dare risposte al proprio territorio e di investire nel futuro della propria comunità diventa solo “una figurina”.

«Lanceremo una campagna per promuovere un piano di reclutamento che vada oltre la mera “compensazione” del personale cessato, come chiederemo di eliminare gli attuali vincoli indistinti che gravano su tutte le autonomie locali e le retribuzioni accessorie del personale. Auspichiamo di avere un fronte largo tra gli amministratori che non lasci soli i lavoratori dipendenti» conclude Bernini.

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