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In questi giorni si è sviluppata una discussione sul futuro della Sanità in Veneto che sta riguardando quasi esclusivamente il numero delle Ulss e la loro estensione territoriale.

Come Fp Cgil vogliamo sottolineare che il problema della sanità veneta non può ridursi ad una mera discussione sui processi di razionalizzazione. Nella riflessione che stiamo leggendo, più dalle dichiarazioni che da atti formali, non si tiene in considerazione il Piano Socio Sanitario approvato dalla Giunta Zaia.

Un riassetto ed un ridisegno della Sanità in Veneto, se lo si vuole fare seriamente, deve partire da un bilancio di quanto fatto sino ad ora e dal dare finalmente corso alle scelte che nel PSSR venivano delineate.

In questi tre anni non vi è stata quella strutturazione necessaria della sanità territoriale che era il cuore della proposta contenuta nel piano di Zaia. Lo abbiamo visto nelle scorse settimane, i giornali ne hanno parlato diffusamente, quando si sono rese evidenti le emergenze nei pronti soccorsi ed abbiamo visto come alcune aziende, a partire da quella di Padova, si siano affrettate a formulare richieste di assunzione di personale per evitare di interrompere i servizi fondamentali agli utenti. Un sovraffollamento proprio dovuto all’assenza di quella sanità territoriale che dovrebbe rispondere alle esigenze, come gli stati influenzali, dei cittadini ed evitare che tutto si riversi nelle strutture ospedaliere.

Sarebbe necessaria anche una riflessione sul personale che garantisce i servizi che le Ulss, a prescindere dal numero, dovrebbero erogare. Partiamo dai dati del costo del personale per abitante forniti da Agenas che ci dicono come il Piemonte spenda mediamente per abitante 699 Euro, l’Emilia Romagna e la Toscana 727 Euro, la Media di riferimento 664 Euro ed il Veneto solo 597 Euro. Questi dati ci dicono in primis che il costo del personale sanitario nella nostra Regione è addirittura inferiore alla media nazionale.

Anche se andiamo a guardare la media delle retribuzioni il Veneto si attesta al di sotto della media nazionale con quasi 2500 Euro in meno rispetto al dato nazionale. Ho richiamato questi dati perché le Istituzioni, a partire dal Presidente Zaia, dovrebbero rendersi conto che se possono dire che il sistema Veneto è un sistema di alta qualità ed efficiente lo si deve innanzitutto al personale che nel sistema opera. Persone in carne ed ossa che sostengono turni massacranti, lavorano oltre il normale orario di lavoro, saltano i riposi tra un turno e l’altro per garantire gli standard assistenziali e la richiesta di effettuare reperibilità che comportano una continuità di prestazioni lavorative anche oltre le 12 ore. Gli stessi dati in continuo aumento di straordinari e accumulo di ferie e recuperi compensativi, rappresentano una situazione strutturale e non temporanea o emergenziale.

Per questo è necessario affrontare i problemi seriamente e non fare propaganda. Analizzare e riflettere su come migliorare la Sanità in Veneto vuole dire parlare della qualità della salute e dell’assistenza. Come Fp Cgil siamo pronti ad aprire il confronto sui percorsi di razionalizzazione delle risorse a partire dalla discussione sul ruolo ed il numero delle Ulss ma se l’obiettivo che ci diamo è migliorare la qualità dell’assistenza e non la propaganda elettorale.

Siamo pronti anche ad aprire una riflessione su come razionalizziamo la gestione del personale e uniformiamo la contrattazione rivolta al personale della sanità in Veneto. Se il Presidente Zaia è disponibile ad un vero confronto noi siamo pronti a discutere affinchè non si lasci alle “parrocchie” la gestione del personale ma si dia un ruolo di vera programmazione e indirizzo alla Regione Veneto. Se l’obiettivo è la salute dei cittadini Veneti, la valorizzazione delle professionalità e la salvaguardia dei diritti dei lavoratori il Sindacato è pronto a fare la sua parte.

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