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Cgil e Fp Cgil: si va sempre di più verso una Sanità veneziana di serie B

Venezia, 19 luglio 2023 - A Venezia servono maggiori risorse per potenziare la sanità pubblica sia sul fronte delle strutture ospedaliere che su quelle territoriali ma anche sulla possibilità di assumere il personale. Pensare che la soluzione sia semplicemente quella di adeguare una struttura progettata male è una scelta miope e non sufficiente per rilanciare la sanità veneziana.

La soddisfazione sul possibile finanziamento del cosiddetto “Angelino” - dichiarano Daniele Gior- dano, Segretario generale CGIL Venezia e Cristiano Zanetti, Segretario FP CGIL Venezia - dimostra come le forze politiche del nostro territorio scelgano di far pagare nuovamente ai cittadini, in particolare a chi paga le tasse, le responsabilità politiche di una progettazione sbagliata dell’Ospedale dell’Angelo e la scelta di costruirlo con il progetto di finanza. Un progetto che rischia di depaupera re e svuotare gli Ospedali Spoke dell’Ulss 3 di quei servizi che stanno già concentrandosi presso l’Angelo, per garantire le prestazioni che servono a coprire l’impegno milionario del canone annuale del progetto di finanza. È evidente che se si continua a concentrare presso l’Angelo i servizi, gli spazi saranno sempre inadeguati. La scelta di depauperare il territorio dei servizi come l’Anatomia Patologica, i Laboratori ecc… hanno questo segno.

In Veneto e a Venezia, soprattutto, l’utilizzo del progetto di finanza ha determinato un doppio inganno: da una parte si sono consegnati al privato pezzi del sistema sanitario per permettere loro di fare rendita certa attraverso la gestione diretta (per anni) dei servizi, dall’altra con i canoni si ingessa il sistema e si riducono i servizi ai cittadini per pagare i debiti.
Il senatore Speranzon si affanna a dire che ha avuto rassicurazioni sul finanziamento dell’Angelino ma dovrebbe usare altrettanta verve per risolvere la situazione debitoria dell’Ulss 3 e far rivedere i canoni del progetto di finanza. Perché se l’intento è di costruire l’Angelino col Progetto di Finanza potremmo dire che sbagliare è lecito ma, perseverare…

Ci sono oltre 50 milioni di euro annui di canoni che pesano sui costi della sanità veneziana (di cui circa 8 milioni di IVA che non essendo scaricabile per un’azienda pubblica, taglia di netto i finanziamenti delle prestazioni sanitarie) con conseguente riduzione del personale e delle prestazioni ai cittadini. Servono scelte forti come si è fatto sui progetti della Pedemontana dove il progetto di finanza è stato rivisto con un provvedimento di legge regionale.

La programmazione regionale sull’edilizia sanitaria e sull’allocazione dei reparti e servizi deve avere una razionalità e una sostenibilità. Come Cgil - proseguono Giordano e Zanetti - non siamo contrari a rivedere la situazione logistica ed edilizia dell’Ospedale dell’Angelo (se serve) ma chiediamo che non siano penalizzati i territori della Riviera e di Chioggia nonché la Città d’Acqua, i quali hanno il diritto (costituzionale) ad avere garantita l’assistenza territoriale ed ospedaliera senza essere co- stretti a trasferte e viaggi per garantire i finanziamenti al Progetto di Finanza.

Inoltre mancano “scelte strategiche” per rendere attrattiva la nostra Ulss. Per esempio protocolli di collaborazione/convenzioni con l’Università di Padova per diventare sede di corsi universitari per le Professioni Sanitarie e per la Facoltà di Medicina come ha fatto Treviso. Offrire sedi per corsi di laurea, centri di studio e ricerca, offrendo alloggi e trasporti a prezzi calmierati per studenti, docenti ecc… Questo darebbe linfa nuova alla Ulss e alla Città.

La nostra provincia - concludono Giordano e Zanetti - rischia concretamente di essere il fanalino di coda del sistema salute veneto e pensare che l’Angelino sia la soluzione per la sanità dei prossimi dieci anni dimostra una visione miope degli esponenti politici veneziani che pensano ancora una volta di investire sul mattone senza preoccuparsi di cosa veramente serve ai cittadini di questo territorio per la loro salute.