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Venezia, 11 agosto 2023 - Su La Nuova di Venezia e Mestre di oggi 11 agosto Sereni Orizzonti segnala che è alla ricerca di 400 operatori socio sanitari su tutto il territorio nazionale e dunque anche per le residenze per anziani che gestisce nel territorio veneziano, a Marcon, Torre di Mosto e Cinto Caomaggiore.

Non mancano solo operatori, circa 40 complessivi nei vari servizi del territorio gestiti dall’azienda, ma anche altre figure professionali come gli infermieri.

«Leggiamo che per rendere più appetibile l’impiego, la società è disposta a garantire un incentivo per chi volesse trasferirsi dal sud al nord Italia. Basterebbe pagare meglio i lavoratori» Attacca Chiara Cavatorti della Fp Cgil di Venezia.

«Sereni Orizzonti ha scelto di applicare un contratto collettivo, AIOP RSA, non sottoscritto dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative con l’obiettivo dichiarato di fare dumping, una concorrenza sleale basata esclusivamente su retribuzioni basse e un arretramento sul terreno dei diritti come ad esempio la retribuzione della malattia – spiega la sindacalista - ll risultato è che fatica più di altre realtà a trovare operatori che non sono disposti a lavorare in quelle condizioni, con numeri di personale che si occupa dell’assistenza diretta agli ospiti sempre più ridotti e carichi di lavoro eccessivi».

«Per questo il prossimo 27 settembre è stato proclamato lo sciopero nazionale unitario CGIL, CISL, UIL di tutti i lavoratori a cui è applicato il contratto AIOP RSA, e a Venezia saranno in sciopero i lavoratori di Sereni Orizzonti perché bisogna ridare dignità a questi lavoratori che svolgono un servizio delicato e fondamentale» sottolinea Cavatorti.

Apriremo un calendario di assemblee unitarie nelle residenze del territorio per spiegare a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici le ragioni dello sciopero.

Ma per la sindacalista della Fp Cgil «la difficoltà è generale e riguarda tutto il settore socio-assistenziale e non potrà che peggiorare se non si interviene in modo strutturale su queste professionalità, sui contratti collettivi e in modo sostanziale sulle retribuzioni».

«I contratti collettivi infatti sono troppi e per la maggior parte scaduti determinano una concorrenza tra le parti datoriali non basata sulla qualità del servizio ma esclusivamente sul costo del lavoro e dunque su retribuzioni sempre più b asse in un momento in cui si dovrebbe invece fortemente investire su aumenti salariali.

Come FP CGIL riteniamo necessario un contratto unico di settore che stabilisca in modo univoco che per lo stesso lavoro deve essere riconosciuto lo stesso salario e gli stessi diritti» conclude.

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