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I dati Agenas sui tempi di attesa nei Pronto Soccorso del nostro territorio, segnalano una situazio- ne particolarmente preoccupante, che deve vedere degli interventi immediati e urgenti - dichiarano Daniele Giordano, Segretario Generale CGIL Venezia, Daniele Tronco, Segretario generale SPI CGIL Venezia e Marco Busato, Segretario generale FP CGIL Venezia.

I dati fanno emergere che l’attesa nell’ULSS Serenissima si attesta sopra la media del Veneto per 3 codici su 4. L’Ulss 3 è la terza peggiore, per quanto riguarda i tempi di attesa dei codici bianchi, arrivando a 193 minuti. Sui codici verdi sono 299 minuti per l’Ulss 3, contro ad una media regionale di 258,82 minuti.

Un dato che peggiora per quanto riguarda i codici gialli che si attestano a 397 minuti, con una media di 370 minuti, e un dato che rimane sotto la media solo per i codici rossi che si attestano a 359 minuti contro una media regionale di 409 minuti.

Sono molteplici le ragioni di questa grave difficoltà, a partire dall’uso improprio delle strutture di Pronto Soccorso. Una parte significativa dei codici bianchi e verdi non possono che essere accessi impropri al Pronto Soccorso, che dovrebbero trovare risposte a livello della rete territoriale dei servizi socio-sanitari.

Il dato della permanenza media tra le 3 e le 5 ore è sconfortante e non può in alcun modo essere sottovalutato perché conferma le condizioni di disagio che devono affrontare migliaia di cittadini per avere risposte ai propri bisogni di salute.

Come Sindacato - proseguono - abbiamo più volte sottolineato alla Regione Veneto come la situazione della sanità veneziana stia affrontando un momento di grande crisi, il sistema socio sanitario territoriale sta arretrando e non è in grado di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini.

In particolare, la grave carenza dei medici di medicina generale nel nostro territorio e la burocratizzazione del loro operato, evidenzia la centralità che le strutture di Pronto Soccorso hanno assunto, che quindi si stanno facendo carico impropriamente di attività che dovrebbero essere svolte a livello territoriale. Inoltre, spesso l’utilizzo del PS è l’unico modo per avere accesso alle cure viste le difficoltà nel prenotare le prestazioni e l’annosa questione delle liste d’attesa.

La rete dei servizi territoriali è insufficiente, l’implementazione dei servizi distrettuali non è mai decollata, i ritardi nella costruzione delle case della comunità e la gravissima carenza di personale ospedaliero e nei distretti, sono tutti elementi che determinano una grave crisi della sanità pubblica.

La Regione - concludono Giordano, Tronco e Busato - non può voltarsi dall’altra parte e minimizzare anche questa volta. Non bastano i proclami e la propaganda, servono azioni concrete per affrontare questa situazione di crisi. Il Sindacato confederale da anni segnala questa situazione di grave disagio che ricade sulla popolazione e sui loro bisogni di salute.

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