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Dolo – 2 dicembre 2020 - La Casa di Riposo Residenza Riviera del Brenta di Dolo è una Ipab con 147 ospiti che vede impiegati 140 lavoratori tra dipendenti diretti dell’ente e personale di cooperativa.

Da marzo si sono rese necessarie misure particolarmente stringenti di prevenzione e controllo delle infezioni per tutelare le persone anziane ospitate nelle RSA, essendo una fascia di popolazione particolarmente fragile e a rischio se colpita da Covid-19. Per questo le notizie che apprendiamo di circa 85 ospiti e 35 operatori positivi al Coronavirus, ci sollevano molte domande, tanto più che non abbiamo il dato del personale in isolamento per quarantena.

Non vogliamo parlare di deficit organizzativi, ma sicuramente è legittima la necessità di capire se tutte le azioni necessarie al contenimento dei contagi sono state attuate correttamente e se il personale è stato adeguatamente protetto perché l’enorme aumento dei casi tra operatori e ospiti dimostrano che ci sono stati problemi che andranno capiti ed affrontati. Ora va messa in sicurezza la struttura e chiediamo a tutti di fare la propria parte.

La carenza di organici, sia dell’ente che della cooperativa, è diventata emergenza perché con l’alto numero di contagi tra gli operatori il rischio è che non ci siano i numeri per assicurare i livelli essenziali di assistenza. Per questo chiediamo un intervento dell’ente per adeguare il numero di personale alla situazione in essere.

Come abbiamo più volte sollecitato, le Ipab non vanno lasciate da sole e l’Ulss 3 deve farsi carico di verificare la corretta applicazione delle disposizioni regionali per il contenimento dei contagi, ma questa opera andava fatta preventivamente. Evidentemente se siamo arrivati a questo punto qualcosa non ha funzionato. Certo, anche la Residenza Riviera del Brenta paga lo scotto di standard assistenziali che risalgono agli anni 90 e che ora, con la pandemia, hanno dimostrato tutta la loro incongruità. Troppo pochi gli operatori socio-sanitari, troppo pochi gli infermieri per far fronte a tutte le necessità assistenziali degli ospiti anziani con sempre più pluripatologie e bisogni di cura.

Sorveglianza sanitaria, percorsi puliti e percorsi sporchi, isolamento dei contatti stretti, strutture con spazi adeguati alle necessità di isolare gli ospiti, possibilità per gli operatori di essere ospitati in strutture alternative (alberghiere, appartamenti messi a disposizione gratuitamente dall’Ulss), per non contaminare i familiari a casa, queste sono alcune delle azioni che dovrebbero essere previste se vogliamo proteggere i Centri servizi Anziani. Tutte cose previste nei documenti del Governo, della Regione, dell’Ulss ma evidentemente lasciati sulla carta.

Siamo molto preoccupati perché gli operatori risentono di questo isolamento e si sentono “lavoratori dimenticati” ma siamo convinti che queste strutture vadano difese e sostenute.
Come FP CGIL, assieme alla UIL FPL, abbiamo chiesto un incontro alla struttura per affrontare questi argomenti in tutela di ospiti e lavoratori.