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Venezia, 16 settembre 2021 - La FPCGIL Veneto denuncia la grave situazione di carenza di personale non solo tra i poliziotti penitenziari ma anche nel persone delle funzioni centrali(educatori, assistenti sociali, contabili) e Direttori, che sono chiamati in certe occasioni a dirigere oltre il proprio Istituto anche altri due Istituti di pena. Situazione questa aggravata oltre a una dotazione organica inadeguata, che a causa di una legge, Madia che prende il nome dal primo parlamentare che la sottoscritta, non permette agli Istituti una razionale revisione dell'organico poichè se ciò avenisse contrasterebbe quanto imposto dalla suddetta Legge. Vi è anche da aggiungere che non si è dato il via alle assunzioni di Direttori, contabili, educatori e assistenti sociali.

Accanto alla situazione sopra descritta si deve denunciare lo stato di abbandono delle nostre carceri, che prive di fondi per la loro ristrutturazione cadono a pezzi o risultano essere paragonate a carceri del III mondo perchè sono obsolete. Infatti, ogni anno si hanno tagli nell'edilizia penitenziaria e alcuni politici bei pensanti pensano di costruire nuove carceri, quando le attuali con più investimenti nell'edilizia penitenziaria sarebbero sufficienti.

La situazione lavorativa all'interno degli Istituti è grave oltre alla carenza di personale e nonostante che in Veneto sia forte la presenza all'interno delle carceri del volontariato, che aiuta molto, una parte di popolazione detenuta presenta problemi psichiatrici e la maggior parte di essa ha anche problemi di comunicazione, situazione queste che creano forti attriti all'interno e chi ne fa le spese è il poliziotto penitenziario. Rispetto al passato, oggi abbiamo all'interno delle carceri venete una forte crescita di detenuti che presentano problemi psichiatrici. Infatti queste persone rifiutate da una buona parte della società e ripudiate da una parte della politica perchè non hanno una dimora fissa o se c'è l'hanno nessuno li vuole, essi finiscono all'interno di un unico contenitore che è il carcere. Questa parvenza di aver risolto il problema senza preoccuparsi di chi lavora all'interno delle carceri, mette a dura prova il lavoro del personale di polizia penitenziaria, che non è preparato a gestire queste persone e dove i contrasti sempre più frequenti, tra detenuti e poliziotti o tra detenuti e detenuti. Basti pensare al reparto di articolazione mentale situato presso l'Istituto di pena di Belluno, che risulta inidoneo per una serie di motivi, sia di tipo strutturale che educativo, a contenere i detenuti che hanno problemi psichiatrici.

Dei suicidi di poliziotti penitenziari, che è un fenomeno sempre più in crescita, non se ne parla più di tanto sia da parte della politica che delle Istituzioni, identica cosa riguarda i suicidi tra i detenuti non se ne parla, l'ultimo suicidio di un detenuto in Veneto è stato a Vicenza.
Del benessere del personale e della sua integrazione all'interno del territorio dove, com'è successo a Venezia al carcere femminile, non si ha una struttura di accogliere le neo agenti lasciandole in balia degli eventi. Seppur sapendo, con congruo anticipo, dell'arrivo di questo nuovo personale al carcere femminile di Venezia non si è provveduto a trovare, per tempo, una sistemazione temporanea alle nuove arrivate e si è stati costretti all'ultimo minuto a rincorrere gli eventi per trovare ad esse una sistemazione temporanea.

Come FPCGIL a fronte di queste grosse difficoltà, abbiamo sia a livello Nazionale che Regionale presentato una nostra proposta di miglioramento del lavoro all'interno delle carceri e del benessere del personale, per nostra competenza in Veneto, ma ancora non è stata affrontata dall'Amministrazione. Quello che chiediamo è celerità per i temi sopra descritti, poichè non è più il tempo di rimandare ma di fare e di risolvere i problemi.

Considerata la visita del Ministro della Giustizia a Venezia gli si chiede un suo preciso impegno per i temi sopra riportati e solleciti l'Amminsitarzione penitenziaria, in tutti i suoi livelli, ad un cofronto cone le OO.SS.. Considerata la grave mancanza di personale e grosse spese che si sostengono nel tradure i detenuti nelle sale dei Tribunali, si chiede alla Ministra di voler valutare di potenziare e migliorare le video conferenze affinche le udienze avvengono in multi video conferenza, ovviamente fatte eccezioni per quelle in cui è richiesta la presenza fisica del detenuto in udienza.