testata
testata

Bernini (Fp Cgil): offesa la storia di una città e di un’intera regione

Venezia, 11 giugno 2020 “Potremmo trovare innumerevoli aggettivi per descrivere le parole con le quali l’assessore Donazzan ha plaudito alla scelta di un amministratore locale della città di Vicenza, medaglia d’oro alla resistenza, nel togliere l’adesione alla clausola antifascista.
Non è nuova l’assessore a uscite di questa natura. Che vorremmo definire figlie del negazionismo e dell’ignoranza storica” così Ivan Bernini, Segretario generale della Fp Cgil Veneto, commenta il post dell’Assessore regionale Elena Donazzan pubblicato nel tardo pomeriggio di ieri sulla sua pagina Facebook

“Non è “coraggioso” quell’atto, ma è vile e meschino – attacca Bernini - e offende le tante vittime di quel fascismo alla quale l’assessore si richiama, orgogliosa evidentemente di quanto fecero nelle nostre terre i militi in camicia nera assieme all’invasore nazista. Lei che a fasi alterne si richiama alla Patria, quella patria svenduta per interesse all’invasore nazista. Malga Zonta, Valdagno, Recoaro, Granezza e il viale di quella Bassano del Grappa che lei conosce bene, dovrebbero indurla a un minimo di decenza.

“Ha definito “coerente con la propria storia culturale, politica e anagrafica” la scelta dell’assessore vicentino – prosegue - certo, per coloro che si dichiarano esplicitamente fascisti è coerente. Ma linearità vorrebbe che chi si dichiara fascista avesse decenza e coerenza a non avere incarichi di governo di una regione e di un Paese che grazie alla resistenza, all’antifascismo ed alla Costituzione Repubblicana ha conosciuto pace, democrazia e civiltà. Non vogliamo obbligare nessuno a non riconoscersi nei valori della Costituzione e dell’antifascismo, la libertà per noi è importante; chi non ci crede, però, non crede nelle istituzioni repubblicane e come tale dovrebbe avere il buon gusto di starne fuori”.

“Noi nel frattempo ricordiamo un veneto figlio di quel tempo che probabilmente all’assessore regionale non dirà nulla: Giacomo Matteotti, polesano, trucidato dai fascisti esattamente 96 anni fa per essersi opposto democraticamente a coloro che l’assessore esalta” conclude.

TAGS: