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Mestre, 22 aprile 2022 - È di questi giorni la decisione unilaterale di KOS CARE, che nella nostra provincia è proprietaria delle Residenze Anni Azzurri di Quarto d’Altino e Favaro Veneto, di voler trasferire il personale di cucine e pulizia ad altra azienda dello stesso gruppo.

È una scelta che ci lascia allibiti – dichiarano Chiara Cavatorti FP CGIL, Greta Fontana UIL FPL e Paolo Lubiato CISL FP – perché comporterà un peggioramento delle condizioni economiche e contrattuali di 243 lavoratori e lavoratrici delle cucine e delle pulizie delle residenze per anziani diffuse sul territorio nazionale, dei quali circa 30 sono in servizio nelle due residenze veneziane.

La volontà unilaterale del gruppo di trasferire i lavoratori a una azienda che fa sempre capo allo stesso gruppo aziendale, modificando il contratto collettivo in senso peggiorativo, è un’evidente volontà di voler risparmiare sul costo del lavoro per aumentare i profitti. Si parla infatti di un risparmio di circa 300 mila euro a fronte di continui investimenti del gruppo in nuove strutture nel settore socio assistenziale in tutta Italia.

Temiamo, purtroppo, che questo sia il primo passo di una riorganizzazione aziendale annunciata che non escludiamo che andrà poi a riguardare anche il personale infermieristico e sociosanitario.

Le due strutture del territorio veneziano, Anni Azzurri di Favaro Veneto e Quarto d’Altino, soffrono già da tempo di problematiche legate alla carenza di personale sociosanitario, infermieristico e ausiliario, dovuta proprio alla scelta del contratto collettivo applicato scaduto ormai nel lontano 2004, e che ha già quindi retribuzioni di molto inferiori alla media del settore.
Decidere di peggiorare ulteriormente le condizioni economiche dei lavoratori, fino a 237 euro mensili, avrà un effetto devastante sulla tenuta delle strutture.

La carenza strutturale di personale determina infatti elevati carichi di lavoro con evidenti ricadute in termini di sicurezza sul lavoro e sulla qualità dell’assistenza agli utenti.

Questi lavoratori sono stati in prima linea durante tutto il periodo di pandemia e lo sono ancora, far ricadere queste scelte aziendali sulle loro spalle è un insulto al loro lavoro quotidiano di cura e di assistenza verso gli anziani.

La scelta di Kos, ribadiamo, è grave ed offensiva della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici che sono già in stato di agitazione, come organizzazioni sindacali non ci fermeremo qui, continueremo la mobilitazione e apriremo anche vertenze legali a tutela dei diritti dei lavoratori.