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Mestre, 26 ottobre 2022 – Nel principio dell’emergenza Covid proponemmo in tutte le province una “cabina di regia – osservatorio RSA” tra Ulss, organizzazioni sindacali, rappresentanze delle RSA e Conferenza dei Sindaci con un duplice obiettivo: affrontare l’emergenza del momento ma rendere strutturale un confronto anche sul livello territoriale che accanto al monitoraggio della situazione consentisse di elaborare proposte anche in vista di una riforma nazionale e regionale dell’assistenza territoriale e sulla residenzialità, e sulla necessità di concretizzare anche in pratiche l’integrazione necessaria tra soggetti che, a diverso titolo, erogano prestazioni di salute in nome e per conto della Regione, afferma Ivan Bernini segretario generale della FP CGIL del Veneto. Un’esperienza in parte raccolta in qualche livello provinciale ma poi inopinatamente abbandonata. Il contesto attuale ci conferma di quanto ci sarebbe bisogno di uno strumento come questo.

La stessa Regione, durante un confronto nel mese di luglio 2020 a Palazzo Balbi, convenne informalmente di impegnarsi considerando le proposte che come categorie di Cgil Cisl Uil avanzammo; impegno disapplicato. Anche in questi mesi abbiamo sollecitato l’avvio di un confronto sulle RSA con un triplice obiettivo che per noi resta fondamentale: garantire ed ampliare servizi e prestazioni per i più fragili non incrementando le rette, garantire tutela economica, occupazionale e delle condizioni di lavoro omogeneamente ai lavoratori, definire una riforma delle strutture Ipab che eliminasse l’attuale competizione tra “produttori” di salute.

Quello che è accaduto è molto diverso: non sono decollati gli osservatori provinciali e il tavolo regionale tecnico che tra gli obiettivi si propone azioni contingenti legate alla crisi energetica, interventi che amplino l’offerta di residenzialità agli anziani e disabili e la stessa definizione degli standard di accreditamento sono stati convocati con due soli soggetti di un mondo molto più ampio, cioè Uripa e Uneba. Sindacati, mondo cooperativo ed altre parti di rappresentanza di quel mondo sono state escluse.

Immaginiamo che il Presidente di Uripa, l’associazione di rappresentanza di tutte le strutture RSA pubbliche e private, avrà da obiettare. Lui c’era a quei tavoli e in tutti gli altri incontri che hanno portato l’assessorato a scrivere delibere molto discutibili come quella dell’abbassamento della quota sanitaria per i non autosufficienti: ma non dimentichiamo che il Presidente è, al tempo stesso, “rappresentante di Uripa” (e quindi teoricamente di tutti i soggetti datoriali) e Direttore di struttura che applica un contratto tra i più bassi nel panorama della residenzialità: Uneba. E pensiamo, a questo punto, che se lui in quanto Uripa dovrebbe rappresentare tutti non c’è ragione che giustifichi la presenza al tavolo anche di Uneba.

Paradossalmente nel mentre le organizzazioni sindacali chiedono confronti stretti per evitare che anche con l’attuale crisi le ricadute vi siano su anziani e famiglie (aumento delle rette) e lavoratori (riduzioni del salario e dei diritti) il Presidente Volpe non trova di meglio che attaccare il Sindacato. Sa bene, il Presidente, dove siamo stati ed è proprio quello che non gli piace. Perché noi, e lo sa bene, guardiamo assieme all’interesse di utenti e lavoratori e non solo a quello di qualche parte datoriale. Ma peraltro cosa possiamo aspettarci da chi è cresciuto in un contesto ambientale e culturale nel quale i datori di lavoro – pur storiograficamente definiti illuminati – affermavamo “disponibili anche a mettere qualcosa per i lavoratori basta che mi teniate i sindacati fuori dai piedi o che entrino solamente nelle mie aziende quelli che mi dicono sempre si”.

Ma non ce l’abbiamo con il Presidente Volpe. Ognuno è libero di dire la sua come di scrivere compulsivamente a questo o a quel ministro chiedendo aiuti ma denunciandone al tempo stesso l’inadeguatezza. Il problema è chi in Regione da troppo seguito ad una parte parziale non assumendosi il ruolo e la responsabilità attivare tavoli di confronto regionale, promuovendo anche quelli territoriali, con l’insieme delle rappresentanze istituzionali, sociali e datoriali, conclude Bernini.