testata
testata

La complessa situazione dei Pronto Soccorso è indubbiamente legata alle condizioni della sanità territoriale del nostro territorio.

Questa situazione è senza dubbio determinata dal fatto che la crisi dell’assistenza territoriale è palese da tempo e non ci sono stati interventi adeguati - dichiarano Daniele Giordano Cgil, Daniele Tronco Spi Cgil e Marco Busato Fp Cgil.

La carenza di Medici di Medicina Generale da tempo scarica sui Pronto Soccorso la presa in carico di pazienti che potrebbero essere assistiti nel territorio, determinando tempi di assistenza inaccettabili per i pazienti e carichi di lavoro insostenibili per il personale. Questa situazione colpisce tutta la popolazione ed in particolare la parte più anziane e fragile che paga doppiamente la mancanza dell’assistenza territoriale.

Nei mesi scorsi ci sono stati dibattiti importanti sulle case della comunità, sulla loro dislocazione ma è del tutto evidente che senza affrontare anche il nodo del personale la qualità dell’assistenza non verrà garantita a prescindere dalla loro collocazione.

Oltre agli accessi ai pronto soccorso - proseguono i sindacalisti - vanno considerati i posti di Osservazione Breve Intensiva (OBI) dove vengono assegnati i pazienti che, dopo l’accesso dal Pronto Soccorso, necessitano per un tempo massimo di 48 ore di osservazione.

Per garantire questa attività servirebbe personale dedicato che ad oggi non è presente e quindi fa ricadere questa attività sul personale del Pronto Soccorso.

Le delibere regionali individuano con valori minimi di riferimento sulla base degli accessi il personale necessario per l’attività dei pronto Soccorso e il rispetto formale dei minimi di personale non regge proprio per le numerose attività che vengono richieste.

In tutti i Pronto Soccorso ci segnalano la grande difficoltà dovute agli spostamenti dei pazienti dovuti alla mancanza di una squadra trasporti dedicata che costringe gli Operatori Socio Sanitari a farsi carico di questa attività distogliendoli dai Pronto Soccorso. All’Ospedale dell’Angelo questa situazione si aggrava dal fatto che gli Oss si fanno carico anche dell’elisoccorso senza avere nessun organico aggiuntivo, mentre negli altri presidi il personale del Pronto Soccorso si occupa anche del SUEM e dei trasporti di emergenza (uscite) e secondari (trasferimenti pazienti in altri presidi o strutture).

Dobbiamo anche ricordare il tema delle aggressioni e della violenza nei pronto soccorso, dove vanno applicate le linee guida nazionali che prevedono il coinvolgimento dei lavoratori e va costruita una campagna molto chiara che dia il segno che nessun atto di violenza nei confronti degli operatori verrà tollerato. Dobbiamo anche ricordare la forte criticità dell’Ospedale dell’Angelo che ha un Pronto Soccorso strutturalmente inadeguato e la cui soluzione ricadrà sulle risorse pubbliche, i soldi dei cittadini, e non sul privato che ha costruito con il Progetto di Finanza e su chi ha autorizzato quel progetto evidentemente del tutto insufficiente.

Riteniamo anche importante ribadire la complessità per i cittadini di raggiungere queste strutture, in particolare nella città Storica dove il taglio delle corse, specialmente serali e notturne, da parte di Actv determina una limitazione vera e propria alla qualità dell’assistenza.

Servono per Venezia - concludono Giordano, Tronco e Busato - scelte strutturali e serve mettere in campo risorse straordinarie invece di continuare a ricorrere alle Cooperative o ad altri soggetti privati che a nostro avviso non garantiscono gli standard di qualità, che invece possono essere garantiti da personale pubblico che presta con continuità e professionalità la proprio attività e non in modo occasionale o discontinuo.

TAGS: ,