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Venezia, 25 marzo 2020 - “Se si riuscirà a limitare il più possibile i decessi da coronavirus lo si deve al sacrificio che stanno facendo i lavoratori impegnati direttamente nell’emergenza, in primo luogo gli operatori della sanità” - dichiara Ivan Bernini, Segretario Generale della Fp Cgil del Veneto.

“Non bisogna mai dimenticare che disposizioni che valgono per tutti non valgono per questi lavoratori. Di fronte alla necessità di assicurare cure ed assistenza alla popolazione, che solo ospedali e lavoratori della sanità possono garantire, anche la scienza ha evidentemente “arretrato” rispetto alle evidenze scientifiche operando valutazioni “di opportunità”. Non si spiegherebbe diversamente la ratio per la quale da un lato si suggerisce di tamponare tutta la popolazione, di mettere in isolamento sia i positivi che i negativi che hanno avuto contatto diretto o potenziale, ma questo non valga per i lavoratori”. Prosegue Bernini “La ratio è chiara quanto cinica: non ci suo permettere di fare a meno di chi oggi assicura le cure, perché se si ammalano i lavoratori della sanità si chiudono ospedali e non c’è più chi assiste e cura. Non viviamo su Marte e questa cosa ci è chiara ma nessuno può chiederci di accettare questo dato: quei lavoratori che per alcuni sono solo un numero di matricola, sono persone che oggi rischiano di sacrificare la loro salute per tutelare quella degli altri. E sono uomini e donne che già rischiano la propria salute fisica e psicologica per sopperire alle carenze, frutto di vent’anni di “austerità” che ha privilegiato la finanza al mondo reale, sopportando carichi di lavoro ai limiti delle proprie possibilità. Uomini e donne che si tanno caricando sulle spalle l’emergenza”.

Per Bernini “Nell’emergenza non ci resta che ribadire alcuni suggerimenti. Alla regione diciamo che sta facendo come tutti quello che sta nelle sue possibilità. Proprio per questo, però, accetti l’aiuto e la disponibilità che medici e personale sanitario hanno dato raccogliendo l’appello lanciato dalla Lombardia di mettersi a disposizione per aiutare. Il nostro personale ne ha bisogno, sia per rifiatare ora, sia in prospettiva non escludendo il drammatico ampliamento nella diffusione del virus.
Al Ministero della Salute rivolgiamo un altro appello: metta in sicurezza proprio i lavoratori della sanità, riveda la norma che prevede per loro un trattamento differenziato. Devono pensare che non si possono sacrificare migliaia di persone del SSN in questo modo. Non è tollerabile dal punto di vista umano e non è accettabile in prospettiva.
Al Governo non possiamo che rivolgere un ulteriore appello: certo, ci saranno ulteriori problemi economici. Ma oggi parliamo della vita delle persone e di chi lavora. Ci troviamo di fronte ad un contingentamento di dispositivi di protezione che vengono sottratti proprio a chi ne ha maggior bisogno; per questo vanno ulteriormente operate drastiche scelte anche rispetto a quanto fatto finora”.

“Ai troppi ancora, anche nella nostra regione, che non si rendono conto di quanto sta accadendo nei nostri ospedali diciamo: basta, fermatevi. Non è tollerabile che di fronte alle raccomandazioni che pure ogni giorno vengono fatte dallo stesso Presidente del Veneto, noi siamo costretti a lettere e segnalazioni nei confronti proprio di quegli Enti della Pubblica Amministrazione, tanto a livello nazionale che regionale, che continuano imperterriti a muoversi nell’ordinarietà di sempre. A pretendere la presenza di lavoratori nelle sedi, a non aver ancora capito che devono interrompere le relazioni con il pubblico, a considerare il lavoro agile come strumento da utilizzare come in tempi normali”
“Tutti a casa è rispetto per quei lavoratori della sanità o dei servizi essenziali che non possono farlo. Per una volta si metta da parte la propria boria e la vanità del proprio sapere e si pensi al sacrificio che migliaia di lavoratori stanno facendo per tutti” conclude.

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