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Sicurezza del personale sociosanitario: non solo body-cam e braccialetti, servono risposte concrete sulla sicurezza sul lavoro e quella economica

Mestre-Venezia, 7 ottobre 2025 - "È fondamentale garantire la sicurezza del personale sanitario, sia dentro che fuori dagli ospedali" – afferma Ivan Bernini, segretario generale della FP CGIL Veneto.

Le aggressioni al personale sono in aumento e, se va bene provare a sperimentare strumenti tecnologici come body-cam e braccialetti di sicurezza, non si possono però trascurare la sicurezza sul lavoro e quella economica, richieste da tempo dai lavoratori ma ancora senza risposte efficaci.

Sulla Sicurezza sul lavoro non bastano più le parole. Nel nome del risparmio e dei continui tagli alla sanità, mancano strumenti fondamentali per tutelare l’integrità fisica di chi lavora, soprattutto per chi è esposto a sforzi fisici importanti – come il personale sociosanitario e tecnico. Sollevare pazienti, spostare barelle o materiali pesanti è attività quotidiana, ma senza adeguati ausili questo lavoro mette a rischio la salute dei lavoratori.

Le richieste dei rappresentanti per la sicurezza restano spesso ignorate o rinviate per ragioni economiche legate ai bilanci. Risparmiare su questi strumenti significa fare ordine nei bilanci a spese della salute dei lavoratori. È ipocrita, secondo Bernini, lamentare l’invecchiamento del personale, l’aumento delle assenze per malattia o delle richieste di Legge 104, senza affrontare concretamente le difficili condizioni lavorative.

Sicurezza economica: stipendi bassi e professionisti in fuga. Anche dal punto di vista economico, la situazione è critica. Tutti i documenti ufficiali – dalla Regione alla Conferenza Stato-Regioni – riconoscono che i salari nel settore sociosanitario sono troppo bassi, soprattutto rispetto ad altri Paesi europei o dell’area OCSE. L’Italia risulta tra le meno attrattive per chi vuole lavorare nella sanità. "L’ultimo rinnovo contrattuale – spiega Bernini – ha portato aumenti che coprono solo un terzo dell’aumento del costo della vita. Eppure, si continua su questa strada, pur sapendo che è insostenibile."

Continuare a non investire nelle retribuzioni, mentre si trovano fondi per altre priorità come il riarmo o la flat tax, ha portato a una fuga di personale e alla crescente difficoltà di reclutare nuovi professionisti.

La sicurezza non può restare solo un’emergenza da trattare sporadicamente quando avvengono le aggressioni e non può tralasciare quella che riguarda le condizioni di lavoro e quelle economiche. La si smetta di trattarle come emergenze occasionali, giusto per notizie di cronaca, ma le si affronti concretamente con risorse ed interventi adeguati, conclude Bernini.

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