testata
testata

Fp Cgil: “Non è più tollerabile che chi lavora per la salute dei cittadini sia oggetto di aggressioni fisiche e verbali da parte dell’utenza e dei familiari”.

San Dona’ di Piave, 13 marzo 2022 - “Siamo di fronte all’ennesimo atto di denuncia di aggressione nei confronti di personale sanitario – dichiarano Marco Busato e Katia Savio della Funzione Pubblica Cgil di Venezia -, uno stillicidio che vede coinvolti in prima persona professionisti che operano in carenza di organico e che, per paradosso estremo, sono costretti a temere per la propria incolumità mentre curano cittadini, quasi operassero nello scenario di un conflitto”.

Ma, in fondo, proprio di un conflitto si tratta: quello fra il dovere di garantire salute e i persistenti tagli che hanno ridotto all’osso il Servizio Sanitario Nazionale, oltre alla drammatica carenza di organici all’interno di servizi e dei reparti dell’Ulss 4. Questa la situazione in cui operano i professionisti e denunciato dalla categoria in questi anni. Quadro confermato ed acuito da due anni di pandemia: il personale sta lavorando in situazione critica, con carichi assistenziali elevati e con una carenza drammatica di personale.

Il personale sanitario – proseguono i dirigenti sindacali - ci segnala che di essere troppo spesso bersaglio di reazioni spropositate di pazienti o familiari e molti hanno subito aggressioni fisiche. Non vogliono che il loro posto di lavoro diventi una trappola, vorrebbero operare in un luogo sicuro dove prendersi cura dei cittadini in modo efficiente”

“Non basta però denunciare - sottolineano Busato e Savio – è il momento che si adottino tutte le iniziative perché i professionisti della sanità pubblica possano svolgere il proprio lavoro in totale sicurezza. Noi, da parte nostra, oltre ad esprimere la nostra vicinanza agli aggrediti, opereremo perché dalle parole si passi finalmente ai fatti. Come primo passo abbiamo chiesto alla direzione che nel prossimo incontro del 22 marzo si discuta di questo tema alla presenza del Direttore Generale perché non si può più aspettare”.

“Inoltre – aggiungono - dobbiamo rafforzare dove sono presenti, e creare dove assenti, equipe di psicologi specializzati attivabili anche a chiamata in caso si percepisca tensione e pericolo; rafforzare il supporto psicologico stabile dei reparti a rischio. Bene che l’Ulss 4 avvii corsi di formazione per il personale, ma non solo per i reparti a rischio perché ormai questo fenomeno riguarda purtroppo tutti i servizi della Ulss 4 sono gli strumenti necessari ora.
Oltre ai procedimenti che mettono i servizi in sicurezza, per Busato e Savio pongono il grave problema dei disservizi causati dal sovraccarico lavorativo e dai tagli al personale “Gli operatori sono esposti al front office con l’utenza senza avere né strumenti né tempo per rispondere alle richieste. Non trascuriamo infine i tagli subiti dal personale preposto alla sicurezza”.

“In ogni caso - concludono Busato e Savio - prendersi cura degli operatori affinché svolgano in sicurezza il proprio lavoro sarà un tema di confronto centrale per le Rsu nella contrattazione integrativa”.